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Sinalunga, una realtà policentrica

Sinalunga è uno dei territori nei quali la laboriosità della Val di Chiana ha preso la forma delle fornaci di laterizi e di aziende artigiane, in vari settori, come il legno e il laterizio, in aggiunta naturalmente all’agricoltura. Qui è avvenuto il miracolo, come nella vicina Torrita, del passaggio dalla mezzadria a un accenno di industrializzazione, che ha spinto tanti giovani legati per tradizione familiare alla terra, a cercare un riscatto lavorando in aziende prima come dipendenti, fino a diventare piccoli imprenditori. Vita dura: giornate di lavoro lunghissime ma, alla fine, tante soddisfazioni. Ora quel tessuto produttivo affronta altre sfide, mentre avanza il terziario. Sono gli ultimi passaggi di un territorio che un tempo era un immenso lago, presidiato da castelli di frontiera che fanno tutt’ora di Sinalunga una realtà policentrica, dove passato e presente – i resti di una fortificazione medievale, il borgo immerso negli ulivi, il capannone o il centro commerciale – convivono a rispettosa distanza, a testimonianza del passaggio del tempo.

Approfondimento

I primi documenti riguardanti Sinalunga si hanno dal XII secolo, periodo era legata alla famiglia Cacciaconti. Qui c’era un’importante stazione di posta sulla via Cassia Vetus, chiamata Ad Mensulas, citata nella famosa mappa Peuntingeriana, dove oggi sorge l’omonima la pieve romanica, dedicata a San Pietro. Quanto al nome di Sinalunga, deriva da Asinalonga (Ad Sinus Longus, ovvero verso una lunga insenatura, come quella che era formata dal torrente Foenna). Ai primi del XIV secolo questo castello entrava a far parte della Repubblica di Siena. Di Bettolle, l’antico Casale Betulia restano poche tracce del passato, come sembra inimmaginabile la funzione di porto nel vasto acquitrino della Chiana di un tempo. Rigomagno è un castello senese di frontiera, del quale si hanno tracce dal 1248. Il nome di questo insediamento collinare è legato al torrente considerato un Rigum Magnum (un importante corso d’acqua) nei pressi del quale, in pianura, si trovava l’originario abitato. Farnetella, castello già affermato, fu ricostruito nel 1392. Scrofiano ha una parte antica della fortificazione che risale all’XI secolo, mentre il palazzo comunale è stato realizzato tra XIV e XV secolo in forma analoga a quelli di Rigomagno e Sinalunga. La fattoria dell’Amorosa, in una collina abitata fin dagli Etruschi, perse le fortificazioni per volontà dei Senesi, nel XV secolo. Il complesso immobiliare passò dai Chigi Saracini ai Piccolomini, per diventare già nel secolo scorso una importante struttura sia ricettiva che produttiva. La vicina Fratta ha visto nascere, nel 1285, il brigante-gentiluomo Ghino di Tacco, esponente di un ramo dei Cacciaconti. Ai primi anni del 1500 si devono la villa padronale, opera del Peruzzi, e gli affreschi nella chiesa, del Sodoma. Nel 1934 questa fu una delle tre aziende scelte per la formazione dei primi nuclei di selezione della carne chianina. Tutt’oggi si considera la forma più compiuta della fattoria toscana. Completano il quadro Gardavalle, Rigaiolo e Guazzino (il nome sarebbe legato a un certo Guazzino di Montepulciano e a suo figlio, Duccio di Guazzino, ricordato in un documento del 1310). Quest’ultima frazione ebbe un significativo sviluppo nella prima metà del Novecento grazie alle cave di creta, trasformate da grandi fornaci in mattoni. 

Esperienze da vivere

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