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Montepulciano, palazzi come scrigni di bellezza e di vino

Le nobili famiglie di Montepulciano hanno dovuto fare i conti con un territorio soggetto a razzie, per questo si sono attrezzate a vinificare e conservare l’intera produzione nelle cantine dei loro palazzi, dentro le mura cittadine. Un processo che qualcuno compie ancora oggi, a conferma di una sensazione: questa è una cittadina scrigno di bellezza, con il proprio orologio fermo al Rinascimento. Il Poliziano è il personaggio chiave, insieme a una lunga teoria di papi, cardinali, intellettuali che hanno segnato un’epoca d’oro per un centro dinamico ma mai diventato città. Un momento di gloria fu il periodo della Sottoprefettura napoleonica (insieme a Grosseto), all’interno del Dipartimento dell’Ombrone con Siena capoluogo. Oggi, il prestigio si gioca tutto nelle cantine sotterranee, in un contesto ancora vivo e capace ancora di sorprendere: di recente un ritratto virile, conservato al ricco Museo civico, è stato attribuito a Caravaggio. Eppure, Montepulciano associa al passato tanta innovazione in alcune aziende caratterizzate dall’innovazione tecnologica e dalla sostenibilità, dal design come dalla produzione culturale. Diverse frazioni, un tempo castelli di frontiera, costellano un ampio territorio, in gran parte coperto da viti e olivi.

Approfondimento

E, come se non bastasse, il territorio è costellato da piccoli, orgogliosi centri urbani: Abbadia, era l’antico monastero di San Pietro d’Argnano, che darà il nome successivamente alla villa e al castello di Abbadia Argnano, poi Badia de’ Caggiolari o Badia di Crepaldo. Si trovava in una posizione strategica, nel punto di passaggio della via Lauretana. Quindi: Gracciano, ovvero Greciliani in un documento del 775; Nottola, la località dove sorge l’ospedale di zona; Sant’Albino, nota per le sue acque sulfuree che alimentano le omonime terme, un tempo parte della signoria dei Del Pecora, proprio come Valiano, castello per un periodo legato a Perugia. 

Esperienze da vivere

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