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Beccati questo e Beccati quest’altro

Nei pressi del lago di Chiusi, in un terreno ormai attraversato solo dal canale della Chiana, si notano due torri: una quadrata e più alta, e una in parte interrata in una zona paludosa. Si dice che Ascanio della Cornia, signore di Castiglione del Lago, si trovò a litigare con il papa Paolo III per problemi di confini. Si venne alle armi, ma gli scontri portarono a un nulla di fatto. Rimaste le cose come stavano, il signore di Castiglione del Lago fece erigere delle fortificazioni e un torrione, dove passava il confine dei due domini, scrivendo al papa: «E ora beccati questo, se ti riesce!». Il papa, stizzito, dette subito ordine di costruire di fronte a quello un’altra torre e fece scrivere ad Ascanio della Cornia: «E tu beccati quest’altro, se ce la fai!». 
Questa è una versione di fantasia, che si trova in vecchi testi. Ma i nomi parlano chiaro, e qualche verità potrebbe nasconderla. Un’altra versione dice che la torre sul lato chiusino, datata 1279 (ma completata nel 1427) sarebbe stata costruita dal Governo guelfo senese, dopo una vittoria, a simboleggiare il controllo sui terreni paludosi che segnavano il confine. Perugia sentì la necessità di costruirne un’altra, per sbeffeggiare a loro volta i Senesi. Quello che è certo è che la torre senese Beccati questo fu sommersa dalla palude dopo le opere di deviazioni dei torrenti e del lago operata dallo Stato pontificio alla fine del XV secolo. Un terzo della struttura è stato interrato dalle colmate di bonifica, resa necessaria per arrestare la palude. Quanto all’effettivo utilizzo i due manufatti non avevano funzioni difensive, ma erano semplicemente delle stazioni di Gabella, dove si pagavano i tributi necessari al transito delle merci in un punto di confine, transitabile attraverso un ponte, tra Siena e Perugia.

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